Come sempre racconto e immagini spettacolari...
Giusto per la precisione: Carosio fu "fatto fuori" ai mondiali messicani accusato di commenti razzisti verso, appunto, il guardaline etiope, e la cosa diventò leggenda fino a qualche (pochi) anni fa, quando svolgendo le bobine integrali di quella cronaca si appurò che il nostro telecronista si interrogò dubbioso, sulle capacità professionali del giudice di linea che prese alcuni notevoli evidenti svarioni. Nessun commento razzista in tutta la telecronaca, ma pacati dubbi sulle decisioni prese.
Ecco l'estratto da Wikipedia:
L'11 giugno 1970, durante l'incontro Italia-Israele, valevole per il Campionato mondiale di calcio che si disputava in Messico, finito 0-0, fu annullato un gol a Gigi Riva per fuorigioco. Il guardalinee che annullò la rete era l'etiope Sejum Tarekegn. Carosio espresse il suo disappunto: «Rete! L'arbitro ha convalidato il punto. Però il guardalinee ha alzato la bandiera...L'arbitro aveva convalidato il punto e il guardalinee... no: niente convalida!... Ma siamo proprio sfortunati!»
Buona Pasqua anche a te Marco!
Carosio aveva definito due volte il guardalinee «l'etiope». Tanto bastò per scatenare l'accesa reazione dell'Etiopia (ex colonia italiana) tramite il suo ambasciatore a Roma, che pretese l'adozione di provvedimenti contro il cronista. Carosio fu immediatamente sostituito e la partita successiva dei quarti di finale contro il Messico fu commentata da Nando Martellini.
Nei giorni successivi si diffuse poi la leggenda metropolitana secondo cui Carosio avrebbe apostrofato il guardalinee definendolo «negraccio» («Ma cosa vuole quel negraccio?»).
Per diversi anni l'episodio rimase avvolto nel mistero. Nel 2009 se ne occuparono Massimo De Luca e Pino Frisoli in un libro sullo sport in tv. Gli autori scrissero che, oltre alla televisione, l'incontro fu trasmesso anche alla radio. «Cosa sia stato detto nel corso della radiocronaca Rai [al microfono vi era Enrico Ameri], non è possibile oggi ricostruire, perché, per molti anni, l'archivio di Radio Rai ha latitato. Esiste, però, una testimonianza precisa: una lettera al quotidiano romano Il Messaggero, pubblicata due giorni dopo Italia-Israele, firmata Laiketsion Petros, ingegnere etiope residente a Roma, sotto il titolo Una frase di pessimo gusto».
«Sono rimasto molto sorpreso — scrive l'ingegnere — nel sentire alla radio i commenti sia del radiocronista che di altre persone relativi al guardalinee etiope Tarekegn, dopo (attenzione: dopo n.d.a.) la cronaca della partita Italia-Israele. La frase che più mi ha colpito è stata quella, più volte ripetuta: "Il Negus si è vendicato". A parte il fatto che il Negus si sia già vendicato, perdonando e dimenticando il passato, e oggi italiani e etiopi vivono sia in Italia che in Etiopia nella migliore delle armonie, sia nel lavoro che nello sport, ritengo che questa frase detta a 20 milioni circa di radioascoltatori, sia veramente di pessimo gusto e del tutto priva di qualsiasi fondamento».
Il 31 maggio 2009 Massimo De Luca ha chiarito definitivamente il caso con la diffusione in diretta tv durante la Domenica Sportiva delle esatte parole pronunciate da Carosio durante la partita.
De Luca e Frisoli hanno successivamente recuperato l'audio originale del dopo-gara, con una battuta di Antonio Ghirelli, allora direttore del Corriere dello Sport («Possiamo definirla come la vendetta del Negus»), al microfono di Mario Gismondi.