ARGENTINA 1986Eccole dunque di fronte. L'Argentina, unica sudamericana nelle semifinali, modellata però da Bilardo secondo canoni europei: tanti gregari, gioco sparagnino e un fuoriclasse epocale cui devolvere il pieno delle proprie ambizioni. Per questo, il Ct dal naso esagerato ha dovuto affrontare l'ostracismo della stampa e resistere alle voci di siluramento nell'imminenza del Mondiale. Dall'altra parte, la Germania di Beckenbauer, a propria volta costretto a domare rivolte e congiure di spogliatoio, strappando alla manifestazione un ingresso in finale solo a tratti giustificato dal gioco. Kaiser Franz non si smentisce nella circostanza. La sua squadra è votata chiaramente alla copertura, con il ritorno di Brehme (terzino di vocazione) a centrocampo, a sostenere con Matthäus il regista Magath; in attacco, Allofs è la spalla di Rummenigge.
Bilardo risponde con la sua ormai collaudata impalcatura: Pumpido in porta, Cuciuffo e Olarticoechea difensori laterali poco propensi allo sganciamento, il legnoso Ruggeri stopper centrale davanti al libero Brown, giocatore disoccupato che avrebbe dovuto tenere in caldo il posto all'acciaccato Passarella e ha invece finito con l'interpretare al meglio le esigenze del "bunker" difensivo; centrocampo affidato al lento regista arretrato Batista, pupillo di Maradona, al gregariato di Giusti e al talento di Burruchaga, con l'appoggio dell'attaccante Enrique e dell'eclettico Valdano. Davanti, lui, il più grande, osannato dalla stampa messicana che titola: finale Maradona-Germania
L'Argentina si sente campeon, le gradinate dell'Azteca sono un inno incessante, ma la Germania possiede risorse morali inesauribili. Beckenbauer libera Matthäus, consegnando Maradona a Forster, e toglie lo stracco Magath per sciogliere le briglie all'attaccante Dieter Hoeness. La sua squadra ha una scossa: angolo di Brehme da sinistra, Völler di testa a seguire dallo spigolo dell'area piccola e, tra una difesa di belle statuine, a centro area Rummenigge in spaccata insacca il primo gol del suo deludentissimo Mondiale.
La Germania è ancora viva, l'Argentina barcolla e prende il pareggio. Ancora Brehme dal corner sinistro, questa volta svetta la testa di Berthold dal limite dell'area piccola, Völler da un metro insacca di testa.
Ora il vantaggio mentale è tutto per i tedeschi, gli uomini di Bilardo hanno gettato al vento una possibilità favolosa e sembrano sulle ginocchia.
Ma è proprio lo sbandamento biancoceleste a risultare fatale agli uomini di Beckenbauer, indotti a farsi avanti a ranghi compatti. Un peccato di presunzione di cui il micidiale Diego, fin lì acquattato nella gabbia dei mastini, presenta subito il conto: servito nel cerchio di centrocampo, inventa un corridoio magico per il contropiede di Burruchaga che scatta come morso dalla tarantola, si invola sulla destra, entra in area tallonato da Briegel, si allunga il pallone e sull'uscita ritardata di Schumacher lo trafigge in corsa.
È il 3-2. Il gigante tedesco non ha più la forza per rialzars
FORMAZIONE
Pumpido, Brown, Cuciuffo, Ruggeri, Olarticoechea, Giusti, Batista, Maradona (c), Enrique, Burruchaga Valdano
RISERVE
Trobbiani TAPIA PASCULLI GARRE' BOCHINI BORGHI
POSSIBILI ALLENATORI: SLANZANI, WHITEWOOL65, GIGGIUTO, GIL72Edited by Memorabilia - 19/1/2010, 13:09Attached Image: Argentina2.JPG