Pimp my team!, come ti trasformo la ref. 1

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Sarto.
icon6  view post Posted on 13/9/2015, 18:01 by: Sarto.
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o.s.c. River Po

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PUNTATA 1

Da un’idea che mi ha dato Carx67, mi piacerebbe qui mostrare come trasformare, con pochi passaggi, una semplice ref. 1 in qualcosa di un pochino più gradevole e, spero, alla portata di molti.
Premetto che non ho la presunzione di insegnare niente a nessuno se non il proposito di offrire il mio punto di vista su alcuni aspetti tecnici.
Alcune cose le ho apprese a mia volta mentre altre saranno magari ripetizioni di aspetti già noti.
Senza l’intento di svelare nessun segreto, né di superare nessuno dei seppur validi tutorial già presenti sul forum, spero che qualche piccolo trucco possa risultare utile a qualcuno che voglia sperimentare alcune semplici varianti dalla semplice colorazione di base.
Ma veniamo alla pittura da zero della miniatura.
Come abitudine mia prediligo partire sempre dall’incarnato e, in generale, operare a strati partendo da “ciò che sta sotto” per venire via via in superficie in quanto ritengo che questo sistema mi aiuti a sbagliare di meno.
Qui ho utilizzato due acrilici poco coprenti pertanto ho preferito dare due mani leggere sia all’incarnato che al rosso della divisa.
Insistere con una mano sola è, quasi sempre, controproducente in quanto il colore tende a fare spessore nascondendo i dettagli.
Va detto poi che spesso le miniature replica (una Top Spin nel mio caso) sono molto lisce e poco porose e questo non aiuta l’aggrappaggio del colore, da qui l’ormai noto “bagnetto” nello sgrassatore che alcuni preferiscono fare prima di iniziare a dipingere per togliere dagli omini eventuali residui grassi derivanti dalle operazioni di stampaggio o dal semplice maneggiamento degli omini.
Come mia prassi non utilizzo mai primer.
Veniamo alla prima fase di stesura dell’incarnato dunque.
Nella migliore tradizione delle nostre benamate casalinghe non ho dipinto i calzoncini, facendo quindi attenzione allo stacco con le gambe per evitare sbavature sul bianco.
Date due mani del colore di base ho eseguito un’operazione non necessaria, che potrebbe benissimo rientrare nelle elaborazioni successive, ma che è necessario effettuare in questa fase per lavorare senza patemi di rovinare il resto dell’opera.
Con del semplice marrone diluitissimo ho praticato un lavaggio molto leggero su tutto l’incarnato: il colore estremamente annacquato si deposita così nei recessi in modo da far risaltare i dettagli del volto e delle gambe.
Ho volutamente evitato di calcare la mano e il risultato in foto probabilmente non è percepibile, ma è meglio in questa fase agire con prudenza.
Nella foto di seguito l’omino prima e dopo il lavaggio.

WIP_1


Quindi ho proseguito con il rosso della maglia.
I rossi sono spesso critici da stendere (sia acrilici che smalti), da qui la necessità delle due mani.
Nella foto seguente l’omino dopo la prima mano e l’omino ormai finito: la seconda passata rende il colore più “pieno” ed omogeneo ed elimina quelle antiestetiche striature bianche che rimangono dopo la prima stesura.
In questa fase occorre prestare particolare attenzione alle giunzioni con collo, polsi e pantaloncini ricordandosi sempre che qualsiasi sbavatura può (e deve) essere corretta.

WIP_2


Ormai non manca molto per completare una miniatura “da catalogo”, solo due parole sui capelli (le scarpette vengono da loro).
E’ bene seguire i dettagli della testa contornando le orecchie e mantenendo un’altezza ragionevole dei capelli sulla nuca per evitare l’effetto pennellata “a membro di segugio” tipico delle casalinghe.
Le miniature HW (le originali ancora di più delle repliche) sono ben scolpite e questo facilita il compito.
Per un risultato pulito e gradevole è bene non coprire mai le orecchie per non dare al volto un aspetto innaturale (le orecchie coperte dai capelli assumono realismo solo modellando adeguatamente i capelli, ma questa è un’altra storia).
Bene…l’omino “da catalogo” è terminato.

Vediamo ora come renderlo, con pochi semplici dettagli, un pochino più fico!
Innanzi tutto si possono aggiungere polsini e colletto a contrasto, comuni su moltissime maglie, e qui non c’è molto da dire se non il fatto di prestare sempre attenzione alle sbavature ed eventualmente correggerle.
Un piccolo trucco: le HW, sia originali che replica, hanno la mano sinistra visibilmente più grande della destra.
Per riequilibrare la cosa è utile tracciare il polsino sinistro tra mano e manica, mentre il destro completamente sulla manica (quindi leggermente più in alto).
Poi si possono aggiungere i laccetti ai pantaloncini e qualche dettaglio alle scarpe senza alambiccarsi più di tanto con entrambi.
Talvolta mi piace aggiungere i laccetti anche quando nella realtà non erano presenti e, per farlo, ci si può rifare alla loro versione più semplice in assoluto: i laccetti sciolti.
Basterà tracciare a piacere due linee sottili più o meno parallele a seconda dei gusti e il gioco è fatto.
Per le scarpette un paio di lineette orizzontali all’altezza della linguetta e un puntino posteriormente all’altezza del tallone servono già a suggerire l’idea della marca senza patire, almeno all’inizio, con le tre righe adidas o quant’altro.
Mi piace completare il tutto con un bel paio di basette che trovo stiano particolarmente bene sulla figura HW così piacevolmente anni ’70.
Per questa operazione è utile aiutarsi con l’ago se avete voglia di sperimentare.
Ecco che la nostra ref. 1 ha già assunto un aspetto decisamente più gradevole e completo.

WIP_3


Veniamo ora al primo step di elaborazione alzando decisamente il tiro.
Una delle cose più difficili in assoluto è tracciare con continuità linee sottili, la prova più dura in tal senso è rappresentata dalle tre righe adidas.
Non è impossibile se ci si serve di un buon pennello appuntito 0 o 00 tenuto costantemente pulito, non occorre andare su dimensioni più fini.
Inizio partendo dalla riga centrale aiutandomi con la linea di fusione dello stampo. Questa impercettibile sbavatura che per un lavoro ineccepibile andrebbe rimossa, torna invece molto utile in questa operazione dove aiuta a rimanere centrati rispetto alla manica.
Eseguo poi la riga di destra e quindi la sinistra eventualmente capovolgendo la miniatura, questo per curare sempre il lato sinistro della linea che sto tracciando, riducendo al minimo le correzioni tra le righe e limitandomi a refilarne solo la parte esterna (il lato destro della riga pertanto).
Discorso che vale, chiaramente, per un destrorso, diversamente per un mancino.
In questa operazione sono da curare tre cose: il parallelismo tra le righe, la diluizione del colore (la continuità del tratto dipende fondamentalmente da un colore piuttosto fluido, ma non eccessivamente acquoso) e la pulizia del pennello che va effettuata più volte durante la pittura per mantenere efficiente la punta.
Si passa quindi ai calzettoni che sono più ostici delle maniche in quanto occorre tracciare tre righe parallele in uno spazio estremamente ridotto lavorando, diversamente dalle maniche, non in linea bensì circolarmente.
A livello ottico risulta già un buon compromesso farne due ma, volendo farne tre, è bene recuperare qualche decimo di millimetro tracciando la prima in cima al calzettone, proprio sotto al ginocchio, per sfruttare tutto lo spazio offerto dal risvolto.
Inutile dire che, in caso di sbavature, occorrerà ricorrere a ripetute refilature di volta in volta.
Dopo questa serie di righe, decisamente un po’ difficili e altrettanto noiose da fare, l’omino si presenterà così, cominciando a distanziarsi parecchio dalla nostra ref. 1.

WIP_4


Le operazioni successive saranno ugualmente d’impatto anche se un po’ più semplici.
Arrivederci a presto :up:.

Edited by Sarto. - 28/3/2016, 20:38
 
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