Un giornata differente
10 matti in Inghilterra.... (giova, Fabio, Carlo, Giorgio, Alessandro, Claudio e figlio, Mag, Milo, Mau)
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Sono le 3.59 della mattina, apro un occhio per la 4 volta nella notte, temo di non sentire la sveglia del mio cellulare poco affidabile quando si tratta di funzioni che vanno oltre il telefono vero e proprio. Attendo qualche istante e faccio suonare tanto per dar fastidio alla moglie che sonnecchia nel suo lato del letto. Mi alzo e sembro uno zombi, nemmeno un’erezione mattutina, a quell’ora pure lui riposa, secondo me come dicono in Spagna, fuori non hanno ancora messo i marciapiedi. Mi dirigo in cucina, con un solo obiettivo…. Far arrivare il prima possibile lo stimolo altrimenti sarà una giornata infernale . preparo in sequenza te, yogurt e in fine un caffè doppio.. alla terza sigaretta giunge perentorio lo stimolo e finalmente inizia la riunione di gabinetto che si conclude in modo soddisfacente hahahaha . Doccia rapida, mi vesto e acchiappo lo zaino in cui ci sono solo sigarette e un berettino qualora dovesse piovere in terra britannica. Mi dirigo verso casa di Giorgino, almeno questo è quello che penso io, infatti arrivo 20 minuti dopo davanti al suo negozio, ma non c’è l’anima di nessuno, solo io infreddolito che fumo la quarta sigaretta della giornata e non sono nemmeno le sei di mattina. La faccio breve, avevo confuso casa con bottega e Giorgino abita a 200 metri da lì, arrivano in macchina a prendermi…La prima macchina con sei di noi si dirige verso Settimo Milanese dove Carlozzo si fa trovare per sua comodità… io non conosco bene l’interland milanese e so che lui abita in piena Milano ma non faccio domande, probabile che abbia avuto incontri piacevoli con qualche travone prima del nostro arrivo..:-)))) . siamo sette e ci dirigiamo a Malpensa, dove ci attendono Fabio e Tretocchi (Alessandro) nonché Milo che è arrivato per conto suo.
Siamo tutti riuniti, iniziamo le formalità dell’aeroporto dove ormai grazie ad Obama Bin Laden i controlli sono anche rettali , ci ricomponiamo ancora con qualche dolore al deretano per la recente perquisizione e finalmente siamo sopra al mezzo che ci porterà a Londra. Dopo un’ora e trenta di volo che passa in un baleno siamo finalmente in Inghilterra, certo le formalità d’uscita sono ancora più lente di quelle d’entrata ma riusciamo a raggiungere la stazione, si prende il treno verso Victoria Station, mezz’ora di trasporto in cui Giorgino “Esselunga” ci delizia con i primi approvvigionamenti con cui è partito da Milano, una scatola di biscotti al cioccolato che divoriamo all’istante. Si scommette sul risultato finale della partita, ognuno dice il suo pronostico con numeri di gol che lasciano perplessi, sembrano le voci incontrollate del film di Fantozzi quanto è costretto a vedere il film della corrazzata (non cito il nome perché non so come cazzo si scrive..) mentre in tv trasmettono la partita Italia Inghilterra. Giungiamo a Victoria station e lì, chi non è mai stato a Londra viene assalito da questa folla di persone che utilizza la metrò, tutti si muovono con i mezzi a qualsiasi ora del giorno e della notte. Siamo circondati da gente davvero di tutti i tipi, ci sono figone in minigonna e gambe blu dal freddo, ci sono vecchietti che non hanno più smaltito la sbornia dall’ultima guerra mondiale, uomini, donne e bambini con qualche maglia della loro squadra del cuore, neri, gialli, rossi, verdi, tutte le razze, le religioni, le appartenenze politiche, sociali, culturali, musicali del mondo, insomma un’immensa babele che però funziona. Decidiamo di soprassedere sulla visita al mercato di Camden Town ( peccato !!!) perché troppo lontana, Londra non è Milano che in 20 minuti si attraversa, Londra è grande come la Lombardia. Ci avviciniamo allo stadio nella speranza poco celata di mangiarci qualche porcheria buona in un pub…non facciamo i conti con il fatto che gli inglesi non mangiano per non occupare inutilmente spazio nel ventre, loro bevono solo. Dopo aver raggiunto un pub che sembra fornito di cibo entriamo, l’atmosfera è intrigante, ci sono tutte le tipologie inglesi di personaggi unici nel loro modo di essere, tifosi della squadra avversaria che si mescolano con quelli locali, vecchi, giovani, bambini, una moltitudine eclettica che convive che ha un solo obiettivo riempire lo stomaco di birra. “…e noi da mangiare non abbiamo nulla….”…il pub offre dei panini incellofanati e pallidi come gli Inglesi, con dentro una scelta a dir poco inquietante di ingredienti, o insalata , cetrioli, una sottospecie di prosciutto non meglio identificato, oppure uno “squisito” abbinamento formaggio cipolla che manda in para il nostro caro tretocchi abituato alla cucina di Parma… mangiamo quel panino insulso e beviamo una birra a testa…gli inglesi saranno già ala 5 pinta, Giorgino mette mano al suo scrigno magico e tira fuori dei grissini che vengono spazzolati in meno di due minuti. Siamo ancora affamati e allora decidiamo di andare alla ricerca di un fish & chips come Dio comanda. Troviamo un rivenditore turco che deve essere giunto a Londra almeno da 20 anni ma parla un inglese peggiore del mio, con in più un carattere simile a quello di mia suocera. Il furbastro ci dice subito che esistono solo la porzione medium o large e non la small come ci ha detto prima la sua aiutante, così tira fuori da non so dove un filetto di squalo, grosso come un pesce gatto … gli avevamo chiesto 4 porzioni e allora proviamo a dirgli che ne bastano due, che tagli in quattro parti due di quei filetti e via andare… sembra semplice ma lui fa orecchie da mercante, cerca anche di farci credere di non avere un coltello …Fabio comincia ad innervosirsi e il turco percepisce la cosa, allora tira fuori finalmente un coltello e prepara quello che gli abbiamo chiesto. Per la modica cifra di 12 sterline usciamo da quell’ antro maleodorante con il nostro pranzo. Lo consumiamo davanti allo stadio guardandoci intorno e fissando a lungo il culo di due hostess che regalano lattine di coca cola zero…Chiacchieriamo anche con un vecchietto particolare proprietario di una Citroen favolosa riesco ance a tirare fuori due frasi in inglese maccheronico e il vecchietto sorride tutto soddisfatto per i miei complimenti al so mezzo, è un patito della casa automobilistica francese, in casa dalla finestra si intravedono odellini della stessa auto, al dito anulare sfoggia un anello con il simbolo della casa frnacese. Fabio è estasiato da quella vettura. Finalmente entriamo nello stadio, due passi e davanti a noi fa bella mostra un rivenditore di hamburger, hot dog e ogni altro ben di dio delle schifezze cibarie mondiali… cazzo…bastava entrare per poter mangiare qualcosa senza dover lottare con una suocera in versione turco…
Lo stadio è strepitoso, sembra fatto dalla subbuteo, il terreno è perfetto, le tribune sono piccole ma accoglienti e noi abbiamo un posto in prima fila, siamo a due metri scarsi dalla linea laterale del campo. Mi siedo vicino a Giova che si guarda intorno estasiato da quell’atmosfera che noi purtroppo ci possiamo solo sognare nei nostri stadi. Giriamo per il nostro settore e Mau e Fabio non smettono di fotografare tutto, sembrano due bambini felici in un reparto di giocattoli, io ovviamente li seguo. Manca un’ora al calcio d’inizio, in campo le squadre si allenano e insieme ci sono dei ragazzini che giocano , scopriamo (Giova mi fa notare la foto di un ragazzino decisamente sovrappeso che fa bella mostra nella pagina centrale del programma della partita) che probabilmente sono bambini che hanno vinto un concorso e hanno la possibilità di giochicchiare sul campo prima dell’incontro. Finalmente inizia il match, il gioco è da 5^ serie della piramide calcistica ma vederli così da vicino è emozionante, l’incontro per la cronaca finisce 0-0 come nessuno aveva preventivato. A mio parere anche se il match fosse durate 4 ore non avrebbero segnato comunque… ma non importa l’atmosfera è così British da dare i brividi, anche il freddo aiuta … tira un vento da paura .
La partita termina e noi salutiamo con applausi i giocatori che ci passano davanti, usciamo dallo stadio e ci dirigiamo verso un pub per consumare qualche birra e sacchetti di patatine, a quel punto Giorgio tira fuori il pezzo forte della sua collezione culinaria, un grana padano a cubetti ch viene divorato all’istante. Cazzeggiamo, anche troppo e ci rendiamo conto di essere in ritardo, l’aereo di ritorno parte alle 20.05, calcoliamo che arriveremo in aeroporto alle 19.45.. sono cazzi acidissimi. Nel gruppo vacanze serpeggia il timore di dover passare la notte su qualche poltrona scomoda dell’aeroporto …scatta a questo punto la seconda scommessa della giornata sul fatto di riuscire o meno a partire.. parità di vedute su questo, 5 sono ottimisti e 5 pessimisti…di cui uno veramente un porta rogna mai visto , non ce la faremo mai ! , dice , non ce la faremo mai insiste !!! , qualcuno di noi metabolizza la possibilità di buttarlo giù dal treno in corsa ma il buon senso prevale . Una volta giunti a destinazione corriamo verso il gate ma non facciamo i conti con il fatto che non troviamo più i biglietti per uscire dalla stazione …due inservienti donna ( due Boiler colored ) ci guardano sbalorditi , mentre alcuni di noi tentano di passare la staccionata , ma vengono prontamente ripresi e fatti rientrare da questi due mastini , proviamo a spiegare che stiamo perdendo l’aereo ma la scena ricorda drammaticamente fantozzi quando compra il cestino del treno “ me lo dii che temo che il treno parta…” , finalmente Carlozzo trova i benedetti biglietti, e riusciamo ad uscire dalla stazione, si corre per i lunghi corridoi dell’aeroporto. Al primo controllo bisogna passare da cancelli automatici mediante il biglietto elettronico, Claudio e figlio sono sprovvisti perché devono ancora fare il ceck-in e allora il geniale Giorgino fa passare Claudio facendolo diventare tutt’uno con se stesso , suo figlio lo emula ma l’allarme suona come un ossesso , nel frattempo aprono un altro gate di controllo bagagli e quindi corriamo tutti verso quello riuscendo a mimetizzare la situazione , Giorgino si toglie giubbotto e cintura e li mette nell’apposito cestino sul nastro trasportatore e passa , tenta di fare lo stesso Carlozzo , ma gli chiedono anche copia del biglietto con codice a barre , dramma !!!!!! , come faranno a passare Claudio e figlio ???? Il solito mezzosangue Veneto / Napoletano ( Giorgino ) si inventa di dare loro una copia del suo biglietto , (ogni biglietto è stampato in doppia copia) così nei rigidissimi controlli britannici riusciamo a passare con una gabola tutta Italiana…. a noi scottland Yard ci fa una pippa..hahahahah . Ci avventuriamo lungo i corridoi e porca zozza dobbiamo correre per oltre 600 metri per arrivare al gate 17 , scene Fantozziane di chi vede la Madonna a o la resurrezione di Cristo per il troppo sforzo .
Finalmente, dopo l’ennesimo controllo corporale, riusciamo a salire a bordo dell’aereo in un ritardo epico. Si torna a Milano, a Malpensa incontriamo Thiago Silva, ma dopo aver visto giocatori del calibro di Logan (ala del brentford “ minchia che pippa !!!!!! “) ci importa sega del difensore del Milan…hahahahaha. Andiamo al parcheggio a prendere la macchina e come al solito giriamo a vuoto per 10 minuti prima di trovare l’uscita . Giornata faticosa ma davvero divertente, le risate mi hanno lasciato un dolore costante ai muscoli della pancia ancora questa mattina.
Se penso a tutta la giornata devo dire che spesso mi sono sentito come una delle ultime scene di Mediterraneo, quando la nave inglese arriva sull’isola a prendere gli italiani … con i militari inglesi che guardano gli italiani come esseri strani…(i don’t belive this) e il sergente Lorusso guardando i propri compagni dice” cazzo guardano?”…. infatti finirei questo racconto con :
cià,passami un’ oliva va....
Mag