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Dopo lunga lotta con l'alzheimer ci ha lasciati quel geniaccio di Stan Bowles. L'altro George Best o il più grande talento che non avete mai visto sono appena due dei tanti soprannomi che ricevette durante e dopo la sua carriera. Uno dei più famosi mavericks dei 70s, dotato di naturali doti calcistiche purtroppo per lui abbinate al bere, al vizio delle scommesse e a una vita sentimentale fiammeggiante. cresciuto nel Man City fu ceduto al Bury e quasi immediatamente al Crewe Alexandra. I primi due clubs lo scaricarono per evidenti difficoltà nel gestirlo mentre a Crewe fece più che bene tanto da essere acquistato dal Carlisle allora in 2nd division. Nel 1972 il passagio al QPR dove rimase 7 anni diventando una leggenda del club con il quale arrivò secondo dietro al Liverpool nel campionato 75-76. Storiche le sue "lotte" con il presidente jim Gregory e con il segretario del club dovute a continue richieste di anticipi di stipendio per fronteggiare debiti di gioco e quotidiane scommesse sui cavalli. capelli lunghi, folte basette, molte notti trascorse nei letti di donne diverse, serate di drinking sessions eppure quando decideva di giocare come sapeva poteva risolvere qualsiasi partita. nel 79 passa al Forest diventando Campione d'Europa ma dopo solo un anno se ne torna a Londra, nel Brentford, dove concluderà la sua carriera agonistica. La sua fama e le evdenti difficoltà di gestione gli negarono successo a livello di nazionale dove raccolse la miseria di una manciata di presenze. La sua biografia uscita a metà anni 90 sarebbe la base ideale per un film. Se vi capita leggetela. Divertente, ricca di aneddoti pazzeschi e tragici al tempo stesso, vi farà calare in un mondo che sembra distante anni luce rispetto alle pagliacciate dei protagonisti del calcio moderno.
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