Organizzatori di eventi Old Subbuteo, potete dare un contributo al nostro clima chiedendo che almeno il primo piatto del pranzo ai vostri appuntamenti sia a base vegetale?
So che questa richiesta verrà vista come se stessi prendendo a sprangate la mamma di qualcuno, però, da un po' di tempo, seguo con attenzione il destino climatico cui ci stiamo votando più o meno inconsapevoli e quindi muovo un passo in questa direzione.
Proverò a spiegare il motivo della mia richiesta con alcuni dati perché, come scrive Stefano Liberti nel suo libro Terra Bruciata:
i cambiamenti a cui stiamo assistendo stanno avvenendo a una tale velocità per cui gli ecosistemi perdono la propria resilienza, la capacità millenaria di adattarsi alle mutate condizioni dell'ambiente in cui vivono. <<gli unici che si mostrano resilienti sono gli esseri umani, che continuano a comportarsi come se nulla stesse accadendo, ignorando i segnali che manda loro la natura>>
Per esempio, siamo in pieno inverno, quando teoricamente le Alpi dovrebbero incamerare tanta neve da garantirci l'acqua per l'estate. Invece
Questo è, dopo lo scorso anno, un altro segnale che manda la natura. Ma, direte, che c'entra il clima con la carne ed i primi piatti a tavola?
Gli scienziati ONU del IPCC nel report per il clima 2019 scrivono:
Per limitare l’innalzamento della temperatura globale a 2°C,
è necessario un cambiamento diffuso delle abitudini alimentari verso diete a basse emissioni di carbonio, che prevedono un consumo maggiore di vegetali e frutta, e una
sostanziale riduzione di consumi di carni rosse. Queste diete hanno anche notevoli vantaggi in termini di salute. Il potenziale di riduzione di gas serra dal cambio di alimentazione è elevato: una transizione diffusa a diete più sane potrebbe liberare un’area da 4-25 MKm2 al 2050 e avrebbe un potenziale di riduzione pari a 1.8-3.4 Gt CO2eq all’anno al 2030, una riduzione di emissione confrontabile alle emissioni generate dalla deforestazione mondiale.
Il report 2022 al capitolo 5 riporta:
Il consumo di diete sane e sostenibili presenta importanti opportunità per ridurre le emissioni di gas serra dai sistemi alimentari e migliorare i risultati sulla salute ( confidenza elevata ). Esempi di diete sane e sostenibili sono ricchi di cereali secondari, legumi, frutta e verdura, noci e semi; alimenti a basso contenuto energetico di origine animale e voluttuari (come le bevande zuccherate); e con una soglia di carboidrati. [...]
Il potenziale di mitigazione del cambiamento alimentare può essere maggiore, ma
il raggiungimento di questo potenziale su larga scala dipende dalle scelte dei consumatori [...]
Riduzione della domanda di prodotti alimentari di origine animale e proporzioni crescenti di alimenti di origine vegetale nelle diete, in particolare legumi e noci; e la
sostituzione della carne rossa con altre fonti proteiche più efficienti sono misure di adattamento dal lato della domanda [...]
Ecco, è proprio sulla scelta come consumatori che sta il senso della mia richiesta. È quindi possibile togliere gli animali dalla prima portata al ristorante?
in generale, un modello dietetico più elevato negli alimenti di origine vegetale, come verdura, frutta, cereali integrali, legumi, noci e semi, e inferiore negli alimenti di origine animale è più salutare ed è associato a minore impatto ambientale (emissioni di gas serra e consumo di energia, terra e acqua) rispetto all'attuale dieta media "a base di carne". (Sempre report 2022)
Ma che danno fanno gli allevamenti al nostro clima?
Nel 2006 esce uno studio della FAO,
Livestock's Long Shadow, in cui viene indicata la percentuale di emissione di gas serra degli allevamenti: 18%. È un dato che desta un certo scalpore perché l'intero comparto dei trasporti (parliamo di
tutte le auto, treni, camion, navi e aerei del mondo) era al 13% dei gas serra, quindi meno degli allevamenti!
Ma c'è un altro studio del 2009,
Livestock and Climate change: what of the Key actor in Climate change are ... Cows, pigs and chickens?, che confuta parte di quel rapporto indicando che, tra maggiore deforestazione, tra minor assorbimento della CO2, tra la sottostima del metano ecc , l'incidenza degli allevamenti sui gas serra potrebbe arrivare al 51%. Che succede allora? Che la lobby degli allevatori interviene presso la FAO e con il loro "supporto" il dato nel rapporto FAO 2013 scende a 14.5% dei gas serra (comunque più alto del 13% del totale dei mezzi di trasporto).
Lascio a voi scegliere quale dato vi consola di più, a me tutti destano molta amarezza. Resta il fatto che la produzione tramite allevamenti è scientificamente provato che ci sta danneggiando e mette al rischio il futuro nostro e dei nostri figli. La soluzione più classica è diminuire la domanda sul mercato per diminuirne la produzione (meno richiesta, meno offerta).
In vista della prossima estate a secco, lascio a voi cercare su internet, ad esempio, quanta acqua ci vuole per ottenere per esempio 1kg di manzo, solo per capire di che cosa sto parlando.
Chissà quindi se anche il gruppo del mondo Oldsubbuteo accoglierà questa mia signolare proposta di diminuire la richiesta animale per la prima portata da mettere a tavola e sceglierà se fare un piccolo passo in direzione di un mondo climaticamente migliore.
Scusatemi per il disturbo. Anche se non verrò preso in ascolto, mi auguro di aver almeno contributo a fornire nuove conoscenze.